Sponz all’Osso 2021
Per un manifesto delle aree interne
Dal 2013 in alta Irpinia, una di quelle aree interne che Manlio Rossi Doria definì “terre dell’osso” in contraltare alla polpa delle coste e delle pianure urbanizzate, si è tenuta una esperienza che ha cercato di fare del vuoto una risorsa.
La storia di Sponz Fest è quella di una comunità non geograficamente localizzata che ha cercato di farsi laboratorio di un’idea del mondo più vicina a quella che si vorrebbe.
Non esattamente un festival, più invece una festa intesa come interruzione del tempo dell’utile, il cui basso continuo fosse il paesaggio fisico e umano, e il cui motore fosse “l’arte dell’incontro”. L’idea di fondo è che non bisogna avere timore del vuoto, che il vuoto può anche essere una risorsa a patto che non si trasformi in degrado e abbandono. Idea che vale per l’alta Irpinia ma per molte delle terre interne, cui lo sviluppo economico ha in gran parte riservato lo stesso destino: spopolamento, perdita dei servizi, saccheggio energetico e luogo di smaltimento di scorie e rifiuti prodotti altrove.
Il pieno respinge, il vuoto accoglie, soprattutto le idee. Le aree interne vanno difese a partire dall’immaginario, perché se le perdiamo non abbiamo più rifugio.
Questa potenzialità delle aree interne è emersa con forza in conseguenza della pandemia che se da un lato ha messo in crisi il modello urbano ha anche aperto nuove possibilità a luoghi in cui la geografia si è sempre imposta sulla Storia.
I due temi cardine di Sponz Fest sono sempre stati il fest (la festa) e il locus (il paesaggio). Fest in alternativa alla “festivalizzazione” che spesso si traduce nella concentrazione in aree circoscritte rendendo i festival come mondi costruiti a parte in cui il pubblico va intrattenuto con panem et circenses.
Festa è sovvertimento dell’ordine, del tempo orizzontale della produzione. Una crepa nel tempo ordinato dell’utile. Partecipazione fisica in luoghi e tempi non ordinari, l’evento come occasione di partecipazione diretta e non subita. Il locus diventa quindi anche diversificazione dei luoghi e attraversamento del paesaggio.
Il fest come Itaca, regala il viaggio: viaggio per essere raggiunto e viaggio interno tra paesi, contrade, vicoli. Una esperienza espansa nella durata (da una a due settimane)
e negli orari non convenzionali.
Sponz Fest ha riunito in questi otto anni una specie di comunità mobile, (giovani e non provenienti da tutte le regioni) che si è data appuntamento nelle terre interne nel nome dell’incontro.
Incontro affidato alle idee, alla libera università per ripetenti, alla musica, al ballo, al cammino, all’arte, alla performance, ai laboratori e ai più diversi ambiti dell’espressione.
La materia è stata di anno in anno organizzata attorno a un titolo e a un tema.
Si sono succeduti: lo sposalizio, il sogno del treno, il raglio dell’asino alla luna, la polvere, il mondo alla rovescia, il selvaggio, il sotterraneo, il corso delle acque.